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Cos’è la Pratica Collaborativa

Home - Cos’è la Pratica Collaborativa

Un modo alternativo
per risolvere i conflitti

La Pratica Collaborativa è un metodo cooperativo, nato dall’esperienza professionale, per la gestione e la risoluzione dei conflitti al di fuori delle aule di giustizia e che si colloca nel panorama delle cosiddette procedure “ADR” (Alternative Dispute Resolution)”

La Pratica Collaborativa si affianca agli istituti della Mediazione e della Negoziazione Assistita introdotti dal Legislatore Italiano rispettivamente con il D.Lgs. 28/2010 ed il D.L. 132/2014.

La Pratica Collaborativa interpreta e persegue le finalità delle norme volte a incentivare il ricorso alla negoziazione per la soluzione delle controversie. Il fine è quello di ovviare alla lentezza dei processi, alle inefficienze della giustizia e all’inidoneità del rimedio giudiziale a risolvere questioni complesse che coinvolgono molteplici interessi e scaturiscono da esigenze, bisogni ed obiettivi spesso assai diversi.


Il fondamento giuridico

L’obbligo delle parti di collaborare per raggiungere una soluzione stragiudiziale del conflitto si fonda sui principi di solidarietà economica e sociale dettati dall’art. 2 della nostra Carta Costituzionale e dall’art. 2 del Trattato UE. Le declinazioni immediate di questo obbligo sono la correttezza, la buona fede, la trasparenza e la riservatezza, che trovano dignità giuridica nelle disposizioni che sanciscono l’obbligo di buona fede nella negoziazione dei contratti (art. 1337 c.c.) e nella fase successiva della loro esecuzione (art. 1375 c.c.).


Il fondamento scientifico

La Pratica Collaborativa si fonda sui principi della negoziazione basata sugli interessi, teorizzata e applicata dalla scuola di Harvard e dalla quasi totalità degli organismi di mediazione (il cosiddetto Harvard Method). Rispetto alla negoziazione avversariale tradizionale, incentrata sulla difesa delle posizioni, la negoziazione collaborativa si propone di far emergere i bisogni delle parti per guidarle verso il raggiungimento di un accordo soddisfacente per tutte e durevole perché consapevolmente condiviso.


Approccio valoriale

Al centro ci sono gli interessi delle parti, sempre. La Pratica Collaborativa facilita la ricerca di una soluzione che tenga conto dei desideri e delle necessità di ciascuna parte, indipendentemente dal tipo di conflitto. Non strumentalizza: ricatto, ultimatum e pressione psicologica non fanno parte del suo vocabolario.

Completezza

La Pratica Collaborativa affronta tutti gli aspetti del conflitto: non solo quelli legali, ma anche quelli economici e relazionali. L’obiettivo è una soluzione che non trascuri alcun aspetto della relazione tra le parti.

Personalizzazione

La risoluzione che emerge dalla Pratica Collaborativa è costruita dai soggetti stessi con il supporto dei professionisti, agli antipodi di proposte standard e stereotipate. Gli attori principali del metodo collaborativo sono le parti e le decisioni non sono delegate a un giudice.

Comunicazione e azione

Discussioni e decisioni si basano su trasparenza, buona fede e spirito di collaborazione. Tempo ed energie vengono gestiti per quello che davvero sono: risorse importanti per tutti.

Competenza e formazione

Negoziatori non ci si improvvisa: la trattativa è fruttuosa se tutti i professionisti seduti al tavolo parlano lo stesso linguaggio.
I professionisti collaborativi seguono tutti la stessa formazione e ne condividono i principi, in coerenza con gli obblighi di diligenza (art. 1176 c.c.) e di competenza previsti dai codici deontologici delle professioni liberali.

Sostenibilità

La Pratica Collaborativa declina la sostenibilità come ricerca di soluzioni che possano durare nel tempo perché corrispondenti ai bisogni di tutte le parti. Non si tratta di accettare compromessi individuati in base a rapporti di forza ma di co-creare soluzioni condivise.


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