Il conflitto
Quando sorge un conflitto – in una separazione, in un rapporto di lavoro, in una successione – esiste un modo per risolverlo senza gettare benzina sul fuoco, concentrandosi sul rispetto, sull’ascolto e sulla considerazione degli interessi di tutti: la Pratica Collaborativa.
Il primo contatto
Ci sono molti modi per risolvere un conflitto: il processo, la mediazione, la trattativa tradizionale, la negoziazione assistita, la pratica collaborativa.
Il professionista collaborativo ascolterà a fondo il cliente per comprendere il contesto del conflitto e lo aiuterà nella scelta del metodo più efficace ed appropriato per risolverlo.
Se viene scelta la Pratica Collaborativa, i professionisti che assistono le parti si confronteranno per avviare il tavolo di lavoro.
I professionisti che partecipano al tavolo dovranno essere formati alla Pratica Collaborativa.
La composizione del tavolo collaborativo
Parti e professionisti compongono il team che siederà al tavolo per gestire la negoziazione.
La composizione del tavolo si adatta alla necessità delle parti e alle caratteristiche del conflitto. Oltre agli avvocati, le parti possono concordare di coinvolgere, secondo le loro esigenze, altri professionisti collaborativi: facilitatori della comunicazione (mediatori, counselor, coach, psicologi), commercialisti, esperti dell’età evolutiva.
La formulazione del preventivo
Una volta composta la Squadra Collaborativa, viene formulato un preventivo dettagliato: in questo modo i costi della gestione del conflitto sono trasparenti e monitorabili durante tutto il corso della procedura.
L’avvio della Pratica Collaborativa: l’Accordo di Partecipazione
Durante il primo incontro al tavolo collaborativo, le parti firmano l’Accordo di Partecipazione con cui si impegnano a negoziare secondo i principi e i valori della Pratica Collaborativa: buona fede, trasparenza, riservatezza e mandato limitato.
Qui puoi approfondire i principi e i valori della Pratica Collaborativa.
Le parti al centro: l’individuazione degli interessi
“Cosa è importante per me?”
“Ci sono relazioni che voglio preservare?”
“Cosa non sono disposto a sacrificare?”
“Quali sono le possibili alternative?”
“Quali sono gli elementi concreti che non devo perdere di vista?”
“Quali stati d’animo ho bisogno di esprimere per sentirmi compreso?”
“Cosa mi farebbe stare bene?”
“Come immagino il futuro a conflitto risolto?”
L’individuazione degli interessi e delle esigenze delle parti è la base di partenza per la risoluzione del conflitto. Gli interessi non sono solamente quelli economici e tutti devono essere adeguatamente considerati per raggiungere un accordo condiviso e durevole.
Le parti al centro: la negoziazione
Non più “facciamo a modo mio”, ma “troviamo un modo, insieme”.
Non più “ne parlano i nostri avvocati”, ma “si parla tutti insieme, al tavolo”.
Il dialogo è improntato sull’ascolto di tutte le voci e sul rispetto delle esigenze di tutti.
Il percorso collaborativo si svolge attraverso più incontri, la cui cadenza viene concordata tra le parti nel rispetto dei tempi di ciascuno.
La comunicazione e la negoziazione non avversariale, a cui i professionisti sono formati, permettono a tutti di far sentire la propria voce, e favoriscono la costruzione di soluzioni condivise.
Non idee fisse ma soluzioni dinamiche
La soluzione del conflitto non può nascere da idee radicate e posizioni rigide, ma viene costruita durante il dialogo: le diverse opzioni vengono proposte, considerate con curiosità ed attenzione, modificate o scartate, fino ad arrivare all’accordo che realizza gli interessi di tutte le parti.
Alla fine del percorso collaborativo si possono trovare soluzioni mai immaginate prima.
La formalizzazione dell’accordo
L’accordo condiviso viene a questo punto redatto e sottoscritto nelle forme previste dalla legge. La risoluzione del conflitto non ha fatto danni, ma ha tenuto in considerazione esigenze, interessi, desideri di tutti.
E se la Pratica Collaborativa non ha funzionato?
Tutte le alternative che le parti avevano prima di iniziare il percorso collaborativo rimangono aperte.
I professionisti collaborativi cesseranno il loro incarico e manterranno la riservatezza su tutto quanto emerso nel corso della Pratica Collaborativa.