Che differenze ci sono tra Pratica Collaborativa in ambito familiare e Mediazione Familiare?
Il mediatore familiare è un soggetto terzo neutrale che aiuta le parti a trovare soluzioni condivise. Spesso le parti partecipano alla Mediazione Familiare da sole, senza l’assistenza degli avvocati.
Nella Pratica Collaborativa in ambito familiare gli avvocati sono sempre al fianco delle parti e lavorano insieme a loro, con un approccio non avversariale, per il raggiungimento dell’accordo.
Che differenze ci sono tra Pratica Collaborativa e Procedimento Giudiziale?
Nella Pratica Collaborativa le decisioni sono prese dalle parti e strutturate su misura per loro, nei tempi stabiliti da loro stesse.
Nel Procedimento Giudiziale la decisione è affidata al Giudice e necessariamente formulata in base a criteri generali che non sempre si adattano perfettamente al caso specifico ed opera nei tempi dettati dal processo.
Che cos’è la Squadra Collaborativa?
La Squadra Collaborativa è il gruppo di lavoro formato dalle parti, dai loro avvocati e, quando necessario, da altri professionisti scelti in base alle necessità e competenze che il caso richiede per lavorare insieme verso la risoluzione del conflitto.
I professionisti che affiancano gli avvocati sono formati a loro volta alla Pratica Collaborativa, e assumono una posizione neutrale rispetto alle parti, ponendosi a servizio della procedura.
La Squadra Collaborativa lavora in modo non avversariale ed accompagna le parti verso la costruzione di soluzioni adeguate, competenti e consapevoli, con l’obiettivo di evitare scelte demolitive e di salvare la parte utile delle relazioni e gli interessi di tutti i soggetti coinvolti.
Che competenze hanno i professionisti collaborativi?
I professionisti collaborativi sono avvocati, commercialisti, facilitatori della comunicazione (mediatori, esperti delle relazioni, psicologi) ed esperti dell’età evolutiva ed hanno tutti la stessa formazione all’uso delle tecniche di negoziazione collaborativa.
Quali sono gli impegni delle parti nella Pratica Collaborativa?
Le parti devono impegnarsi a partecipare alla Pratica Collaborativa con apertura al dialogo e alla collaborazione, rispetto per le altre parti e per i loro interessi, nonché trasparenza e buona fede nel fornire le informazioni necessarie per lavorare all’accordo.
La trasparenza è proprio necessaria?
Si: mettere sul tavolo tutte le informazioni utili per la negoziazione dell’accordo è il presupposto indispensabile per costruire fiducia e per lavorare alla realizzazione di accordi sostenibili e consapevoli da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Quanto dura la Pratica Collaborativa?
La durata del procedimento dipende dalla situazione concreta e dall’attitudine delle parti a collaborare per la ricerca delle soluzioni al conflitto. I tempi sono stabiliti di comune accordo dalle parti insieme ai professionisti.
Quali sono i costi della Pratica Collaborativa?
Ciascuna delle parti concorda l’onorario con il proprio avvocato e con gli eventuali altri professionisti coinvolti sulla base di preventivi trasparenti. Poiché le parti sono coinvolte in ogni fase della procedura, mantengono anche il controllo sullo sviluppo dei costi.
Che cosa succede se le parti non trovano l’accordo e la Pratica Collaborativa si conclude?
I professionisti cessano il loro incarico e le parti sono libere di percorrere altre vie.
Il contenuto degli incontri e le informazioni scambiate rimarranno riservati e non potranno essere utilizzati in eventuali processi.
I professionisti collaborativi non potranno assistere le parti in giudizio.
Che cosa succede se l’altra parte non sceglie un professionista collaborativo?
La Pratica Collaborativa richiede che tutti i professionisti che la applicano abbiano svolto uno specifico percorso di formazione. Solo così si può garantire che la squadra collaborativa lavori in modo coeso nell’interesse delle parti.
Quando non è possibile avviare una pratica collaborativa, avere al proprio fianco un professionista collaborativo significa poter contare comunque su una approfondita esperienza di negoziazione e di gestione dei conflitti e sulla competenza di chi è formato per lavorare in modo costruttivo, evitando di innescare inutili escalation.
Trova il professionista.
Come si diventa professionista collaborativo?
Per diventare Professionista Collaborativo è necessario frequentare un Corso Base Interdisciplinare alla Pratica Collaborativa e aggiornarsi costantemente attraverso corsi di formazione avanzata.