Appunti di Viaggio da Utrecht
Premessa
Nel mese di aprile, ad Utrecht in Olanda, si è svolta la conferenza ENCP.
Patrizia Romagnolo e Alessandro Baudino, soci AIADC, hanno partecipato all’evento e ho pensato ad una intervista per soddisfare delle mie curiosità.
Ciao Patrizia e Alessandro, vi ringrazio per aver accettato di partecipare a questa intervista.
Vi farò qualche domanda con lo scopo di far conoscere ai nostri associati l’esperienza vissuta a Utrecht.
1- Parto dall’inizio, come vi è venuto in mente di partecipare?
Patrizia
Ho visto l’invito nella newsletter e avevo deciso di non andare; avevo l’amaro in bocca, perché mi sarebbe piaciuto, ma ero in un periodo intenso di lavoro e pensavo di non avere le risorse.
Poi, all’incirca due settimane prima dell’evento, Alessandro mi ha chiesto se avessi preso in considerazione l’idea di partecipare all’ENCP e le mie certezze sono crollate. Tempo di due chiacchiere al telefono su scopi, obiettivi e questioni operative e la decisione era presa, con grande entusiasmo.
Andare insieme ad Utrecht si è rivelata non solo una ottima idea, ma la migliore da quando sono iscritta all’associazione.
Alessandro
Premetto che, pur essendo iscritto da tanti anni all’associazione, in passato non avevo mai partecipato agli incontri internazionali perché erano molto focalizzati su un solo settore, quello delle controversie familiari, che è molto lontano dalle mie sfere di competenze e dai miei interessi. Oggi, dopo che la nostra associazione si è allargata a nuove categorie professionali e ha esteso i propri orizzonti a molteplici settori in cui la Pratica Collaborativa può svolgere un ruolo fondamentale nella “creazione di un mondo migliore”, mi è parso importante far sentire la nostra voce.
E questo anche perché la nostra associazione ha un livello di approfondimento scientifico, una qualità professionale e personale dei soci che la compongono, un’aspirazione all’ innovazione ed una disponibilità ad accettare nuove sfide, la rendono senza dubbio unica nel panorama internazionale.
L’invito di Francesca King, membro del Board di ENCP e in quel momento rappresentante di AIADC a Utrecht, ci ha poi convinto che fosse non solo un onore ma anche un dovere per noi partecipare.
Da ultimo, ma non per ultimo, ho sentito che questo fosse il momento storico giusto per portare all’estero i contenuti e gli obiettivi che abbiamo sviluppato con il Laboratorio dei visionari e con l’estensione della Pratica Collaborativa a tutti gli altri settori in cui lo strumento della negoziazione collaborativa può svolgere un ruolo fondamentale nella prevenzione e gestione dei conflitti, mandando così a tutta la comunità collaborativa il chiaro messaggio di innovazione frutto dei nostri approfondimenti.
2- Qual è la cosa che vi ha stupito di più del congresso?
Patrizia
La condivisione di esperienze e informazioni nel corso della tavola rotonda moderata da Francesca King. È stata un’opportunità per conoscere persone, sistemi e possibilità di crescita comune. Le informazioni e le idee erano di tutti e a beneficio di tutti in un movimento collettivo/globale di crescita della Pratica Collaborativa. Mi sono sentita orgogliosa di rappresentare AIADC e Francesca ha avuto ragione nel chiedere che qualcuno di noi partecipasse.
Alessandro
Se devo dire, quello che mi ha stupito di più e allo stesso tempo mi ha fatto piacere, è stato constatare che noi italiani siamo molto avanti: abbiamo raggiunto un livello di approfondimento sull’ipotesi di sviluppo della Pratica Collaborativa in altri settori, che ha suscitato un grandissimo interesse e abbiamo posto le basi per una svolta di respiro internazionale della Pratica Collaborativa, in un momento storico in cui questo strumento può assumere un ruolo centrale.
Mi ha inoltre fatto piacere conoscere colleghi di elevato profilo professionale, oltreché piacevolissimi sul piano umano. Si sono creati rapporti e contatti destinati a proseguire e rinsaldarsi nel futuro, per prossime occasioni di confronto e collaborazione.
3- Come funziona una conferenza come quella di Utrecht?
Patrizia
La Conferenza si è svolta presso le meravigliose sale dell’Università, in un palazzo storico in pieno centro, a pochi passi dalla torre di Utrecht.
Nei due giorni di conferenza vi sono stati momenti di lavoro congiunto attraverso tavole rotonde, approfondimenti di tematiche specifiche, lavori in coppia e momenti conviviali come la crociera sul fiume, aperitivi e cene.
In particolare, nel corso del primo giorno, oltre a momenti istituzionali sull’andamento di ENCP, vi sono stati momenti di studio e lavoro tutti insieme come la tavola rotonda di Francesca King e l’approfondimento di Brian Galbraith.
Il secondo giorno era suddiviso, sia al mattino che al pomeriggio, in diversi workshop che ciascuno poteva scegliere; io ho scelto “Repairing connection; from hot lovers to warm living co-parents”, ‘Connecting in business – Extending CP beyond family law’ e infine “Building intercultural competence in collaborative practice”.
Alessandro
Aggiungerei ancora che gli incontri sono strutturati in modo tale da consentire interventi a chi abbia il desiderio di esporre temi o organizzare workshop dedicati. Per le prossime convention si potrà sicuramente valutare di sfruttare queste occasioni di confronto in anticipo, per partecipare alla conferenza dando un contributo più articolato rispetto a quello che siamo riusciti a dare quest’anno nel breve tempo che abbiamo avuto a disposizione: per esempio proponendo al direttivo di ENCP l’inclusione nel programma della prossima convention di un workshop che riprenda i temi che abbiamo esposto quest’anno, sulle potenzialità della pratica collaborativa nel civile commerciale e in funzione del perseguimento degli obiettivi della sostenibilità (Agenda ONU 2030, EU green deal, etc.), e sui cui abbiamo dimostrato di essere in Italia molto avanti.
4- Come pensi di aver contribuito all’espansione della Pratica Collaborativa nella conferenza?
Patrizia
Alla tavola rotonda del primo giorno ho condiviso l’esperienza di AIADC rispondendo a delle domande che Francesca King ha posto a ciascun partecipante alla tavola, in tema di gestione dei casi collaborativi e dei practice group, delle attività di formazione e di pubblicità, degli ambiti di sviluppo della pratica collaborativa. Inoltre, con gli altri partecipanti alla tavola rotonda abbiamo riflettuto su ciò che occorre alla Pratica Collaborativa per essere maggiormente diffusa a livello nazionale e internazionale. Non sento di aver contribuito individualmente, ma come parte di un insieme.
Le domande che Francesca King poneva a ciascuno di noi ci hanno fatto scoprire un agire comune, una necessità di muoversi insieme per estendere esperienze locali /nazionali a livello europeo.
Penso ad esempio alle riflessioni sull’inserimento della Pratica Collaborativa in un progetto di legge spagnolo sulle a.d.r. e a come farlo diventare comune ad altre realtà europee o alla possibilità austriaca di inserire nelle coperture assicurative delle spese legali, anche quelle relative all’assistenza nelle pratiche collaborative. Ed infine, alla nostra realtà di AIADC di previsione e promozione dello sviluppo della Pratica Collaborativa in ambiti che prescindono/escono del diritto di famiglia.
Proprio quest’ultimo aspetto è stato sviluppato da me ed Alessandro in un workshop del secondo giorno. I due Colleghi austriaci hanno riservato uno spazio per farci condividere ciò che AIADC sta sviluppando nel laboratorio di civile e commerciale, al termine del quale abbiamo scoperto/capito quanto siamo all’avanguardia.
Alessandro
L’intervento sul tema dello sviluppo della Pratica Collaborativa in settori diversi da quello del diritto di famiglia è stato breve ma ha rappresentato un momento molto alto, sia per la profondità con cui è stato affrontato l’argomento, sia per l’interesse che ha suscitato e gli apprezzamenti che ha riscosso tra i partecipanti.
Come dice Patrizia, sono temi su cui abbiamo lavorato assieme a lungo, ma il suo ruolo è stato determinante. Patrizia è una trascinatrice di folle: con il suo entusiasmo, il suo sorriso e la sua simpatia/empatia, sin dall’inizio, cioè sin dagli incontri domenicali di svago e networking, ha saputo creare un ottimo feeling con i partecipanti. Il sapersi muovere in ambienti e realtà internazionali ha fatto sì che i discorsi fatti e i messaggi dati venissero compresi e raccolti da tutti.
Ho avuto la conferma che ho fatto proprio bene a convincerla a partecipare. Patrizia è stata la persona giusta nel luogo giusto, al momento giusto per coltivare e promuovere il nostro messaggio e raccogliere l’adesione anche dei più giovani, senza i quali la nostra associazione non potrà crescere come tutti speriamo.
5- Vengo ad una domanda scomoda: avete percepito compensi, contributi, sostegni di qualunque genere dall’Associazione o da ENCP?
Patrizia
No, nulla. Lavoro da sola, non faccio parte di alcuna struttura o studio e ho pagato tutto di tasca mia: voli aerei, alberghi, partecipazione all’evento. Alessandro, che è sempre generoso, mi ha offerto le cene e i taxi.
Alessandro
La spesa è stata la stessa anche per me. In realtà, però, è Patrizia che ha coperto me di doni: oltre alla sua affettuosa presenza e i ricchi pranzi e colazioni mi ha anche regalato una splendida felpa con il logo dell’Università di Utrecht, che indosserò e conserverò come cimelio.
6- È valsa la pena spendere quel denaro “di tasca vostra”? Potete spiegare il motivo che vi ha spinto ad un tale investimento?
Patrizia
Rispondo sì, senza alcuna esitazione. Ho sottratto tempo e denaro a me stessa e alla mia famiglia, ma sono completamente soddisfatta/felice di questa scelta, anche perché Francesca King, essendo impegnata nella moderazione della tavola rotonda tra le associazioni europee, non avrebbe certo potuto porre domande a se stessa e far così conoscere la nostra realtà.
La partecipazione mia e di Alessandro, insieme a Francesca, ha consentito di presentare ciò che AIADC fa e come lo fa, intessendo inoltre preziose relazioni internazionali.
Sono riconoscente ad AIADC, perché mi ha consentito di apprendere ed integrare nella mia vita professionale molti strumenti preziosi.
Sono molto colpita dalle critiche che spesso sento rispetto all’associazione e ho voluto così andare a vedere cosa succede altrove. Investire il mio denaro ed il mio tempo per acquisire competenze e informazioni, mi è parso comunque coerente con il ruolo che ho assunto all’interno del Direttivo.
Alessandro
Ne è valsa assolutamente la pena. Noi professionisti ed in particolare noi collaborativi, che abbiamo incentrato la nostra formazione sulla comprensione e sull’ascolto, non possiamo esimerci dall’ascoltare le voci degli altri, in un contesto internazionale. Solo attraverso l’ascolto e il confronto si può crescere, ricevere nuovi stimoli e produrre nuove idee.
Questo è un arricchimento che tutti noi dovremmo avere la possibilità di avere, ma mi rendo conto che il tema del costo, soprattutto in questi tempi, che risentono di un lungo periodo di crisi, costituisce uno scoglio importante, in particolare per i colleghi più giovani.
Stiamo affrontando questo tema in Direttivo e stiamo studiando soluzioni che, nell’ambito delle risorse disponibili, consentano di finanziare, quanto meno in parte, la partecipazione agli eventi internazionali, in particolare ai più giovani, così come ha fatto in passato IACP, offrendo incentivi e quote di partecipazioni agevolate agli under **, secondo vari criteri.
7- Qualcos’altro che volete condividere?
Patrizia
Si, ti ringrazio, desidero dirti altre poche parole.
In primis un ringraziamento ad Alessandro, perché con grande generosità è andato a “scovare”nel mio cuore il desiderio di partecipare alla conferenza e mi ha sostenuta in ogni momento, anche condividendo la sua immensa competenza.
Ringrazio Francesca King, perché con il suo costante sorriso è sempre una certezza per me; in lei trovo ciò che vorrei vedere: l’entusiasmo e la preparazione di chi conosce e crede fortemente nella Pratica Collaborativa.
Ringrazio il Direttivo: è un’esperienza ineguagliabile farne parte e li ho sentito tutti i suoi componenti sostenere la mia partecipazione alla conferenza in rappresentanza di AIADC.
Infine, esco dalla conferenza di Utrecht con una certezza: è soltanto questione di tempo, la Pratica Collaborativa è una risorsa ineguagliabile per chiunque, non soltanto per chi si trova nel conflitto. Occorre però l’azione di tutti, nulla di eclatante ma quelle piccole azioni che muovono il mondo.
Alessandro
Sono d’accordo in tutto e per tutto con quello che dice Patrizia. Il Direttivo sta facendo la sua parte e stiamo cercando di coltivare e divulgare tutte le idee che vanno nella direzione dell’ampliamento dell’Associazione e della promozione della formazione alla negoziazione collaborativa. Ma è fondamentale l’apporto di ciascun socio: sia a livello personale, diffondendo e promuovendo il nostro modo di lavoro tra amici e colleghi, sia nell’ambito dell’associazione e dei Practice group, sottoponendo al Direttivo ogni idea o iniziativa utile alla diffusione della cultura della negoziazione collaborativa, cos’ come è avvenuto per il Viaggio all’interno della negoziazione, nato dall’idea di una nostra socia, che ha consentito di far conoscere in ambito nazionale, in un contesto altamente qualificato, la serietà e la professionalità con cui lavoriamo, creando i presupposti per una svolta storica nell’impiego della Pratica Collaborativa.
8- E ora, cosa succede nel post Utrecht?
Patrizia
C’è molto fermento e molte sono le idee, già questo articolo è la dimostrazione del fatto che se si vuole, si può muovere l’interesse.
Inoltre, stiamo coltivando i contatti e raccogliendo molte informazioni da utilizzare per futuri corsi e collegamenti internazionali. Come dicono i giovani: Stay tuned!
Alessandro
Patrizia è un vulcano. Farò il possibile per … “starle dietro” / tenere il passo e dare, con… i miei ritmi, il mio contributo.