L’ultima assemblea associativa di Bologna di AIADC è stata molto coinvolgente ed emozionante: dopo un primo momento di raccoglimento individuale con restituzione scritta a domande precedentemente predisposte, abbiamo ascoltato il racconto dell’anno trascorso da parte del Presidente Marco Sala e i propositi per quello futuro; abbiamo quindi lavorato con passione ed entusiasmo confrontandoci su argomenti di particolare interesse per soci e Associazione, coordinati dalla prof. Consuelo Casula, che ci ha e condotto nei lavori individuali e di gruppo.
La piramide umana.
Forse non è immediato riuscire ad immaginare le dinamiche collettive messe a punto dai professionisti formati nella nostra Associazione e le trasformazioni individuali dei singoli soci. Come ho avuto occasione di dire nel mio breve feedback finale, ho da qualche tempo constatato e sentito con piacere una grande consapevolezza nel riconoscimento del cambiamento messo in atto e ormai “vissuto” da tempo da parte della maggior parte dei professionisti collaborativi di AIADC; cambiamento che mette in luce quanto l’interazione solidale sia spontaneamente introiettata ed abbia ormai del tutto sostituito la più tradizionale dinamica competitiva.
Per questo il disegno soprastante mi sembra particolarmente rappresentativo del lavoro che abbiamo svolto, prima individualmente e poi in gruppo. Questa seconda modalità di lavoro rappresentata con la metafora della piramide umana, esercizio collettivo che si fonda sulla fiducia ed una indispensabile buona intesa fisica e relazionale.
Tutti gli elementi della piramide sono utili e indispensabili; non vi è alcuna differenza tra chi viene sostenuto, e sale quindi più in alto magari esponendosi pubblicamente nel restituire la relazione finale, e chi quei contenuti contribuisce a costruirli, reggendo altre persone sulle sue spalle: tutti danno il loro apporto, compiono uno sforzo, ne traggono benefici in termini di attenzione, relazione, apprendimento e allenamento.
Il risultato positivo dell’intero gruppo è un reale successo per tutti. Anzi tanto più lo è quanto meglio il gruppo riesce ad individuare la/le persona/e giusta/e che, in quel particolare giorno e occasione, è più opportuno metter in luce e far emergere.
Ancora una volta, il cambio di paradigma.
Di solito, nelle piramidi umane chi sale in cima è una persona agile e leggera che, riportandola nel nostro contesto di lavoro significa anche fragile, agli inizi del percorso di cambiamento personale e collettivo cui aspiriamo, e di conseguenza bisognosa di sostegno e visibilità.
L’idea che la volta successiva ci sarà una turnazione e che comunque lo sforzo dello “zoccolo duro” alla base della piramide sia debitamente considerato è per noi scontata, così come quella che chi ha avuto di più, in termini di ascolto, riconoscimento, visibilità e quant’altro, sappia riconoscerlo.
Ero nel gruppo di lavoro con una collega messinese che, come altri, ha parlato in una pubblica assemblea AIADC forse per la prima volta, facendoci sentire la sua voce emozionata (di prima professionista collaborativa formatasi in Sicilia), raccontandoci aneddoti personali del contesto non facile in cui opera, mostrandoci il suo cuore. Ci ha commosso.
Sentirla e percepire le sue fatiche ha immediatamente attivato in noi del gruppo di lavoro ristretto la percezione che sarebbe stata Lei ad essere la più interessante da ascoltare nella condivisione in plenaria degli esiti dei lavori di gruppo.
Avrebbe arricchito tutti, così come in effetti è stato.
Mi sono sentita parte del suo discorso e sono felice di averla sostenuta ed incoraggiata a parlare ed aprirsi, così come sono certa si siano sentite tutte le amiche/colleghe che hanno fatto parte della nostra piccola piramide.
Non è questo un modo di porsi così scontato, e mi fa dunque piacere sottolinearlo perché credo sia emblematico e faccia parte della nostra piccola/grande trasformazione, visibile soprattutto agli occhi attenti di chi è desideroso di osservare con attenzione e comprendere a fondo il nuovo modo di vivere e operare dei professionisti collaborativi.