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LA PRATICA COLLABORATIVA RACCONTATA DAI FIGLI. UN METODO PER SEPARARSI A LORO MISURA

Home - Articoli di approfondimento - LA PRATICA COLLABORATIVA RACCONTATA DAI FIGLI. UN METODO PER SEPARARSI A LORO MISURA

14 Marzo 2025 by Marcucci Carla, by Monica Tomagnini

Carla Marcucci e Monica Tomagnini

invitano tutti i soci alla presentazione del loro libro

il 24 marzo alle h.18.30 su zoom

modera Francesca King

Il perché dell’avvocato

Esisteva già un manuale, a più voci, di Pratica Collaborativa (La Pratica Collaborativa. Dialogo fra teoria e prassi, a cura di Marco Sala e Cristina Menichino, Torino, Utet Giuridica, 2017).

Esisteva anche la traduzione, sempre polifonica, del bel libro Collaborative Practice: Deepening the Dialogue di un’importante collega collaborativa canadese, Nancy J. Cameron (Pratica Collaborativa, approfondiamo il dialogo. Un percorso innovativo nei conflitti familiari, a cura di Cristina Mordiglia, Milano, Bruno Mondadori, 2016).

Dagli albori dell’introduzione in Italia della Pratica Collaborativa vi era già chi aveva scritto un’analisi della rivoluzione copernicana che quel metodo ha introdotto nella gestione professionale del conflitto familiare (Olga Anastasi, Il divorzio collaborativo, Capponi editore, 2013).

Non mancava neppure un libro divulgativo di spiegazione della Pratica Collaborativa attraverso l’esposizione di casi reali (Armando Cecatiello, Separarsi bene con la pratica collaborativa: un nuovo modo per lasciarsi serenamente, Red Edizioni, 2017).

Mancava, invece, un libro che raccontasse la Pratica Collaborativa dal punto di vista dei figli, immaginando come questi ultimi possano reagire ai diversi metodi utilizzati dai genitori per separarsi e cosa ne possano pensare.

Questa è stata l’idea: partire dalla conoscenza che l’esperto dell’età evolutiva ha delle conversazioni che avvengono solitamente fra preadolescenti, raccoglierle in un racconto riferito a figli che vivono la separazione dei genitori, per spiegarne  in modo molto semplice le modalità diverse di gestione rispetto agli adulti  e comparare I differenti risultati ottenuti.   

E ciò con l’obiettivo di mettere a disposizione di tutti, non solo degli addetti ai lavori, uno strumento che consenta di cogliere dal racconto, prima ancora che dalla spiegazione teorica contenuta a commento di ciascun capitolo, il valore della Pratica Collaborativa, valore che oggi è reso ancor più evidente dai risultati ottenuti nell’ esperienza di anni di pratica.

Per me, che sono un avvocato familiarista, il valore più grande della Pratica Collaborativa si ritrova nel fatto che realizza la migliore giustizia a misura di bambino, ossia quella che può essere garantita ai figli soltanto da genitori capaci di interpretarne direttamente i loro bisogni,  primo fra tutti, quello di essere cresciuto da entrambi, indipendentemente dalle sorti del rapporto sentimentale degli adulti.

Anche la più “Child-friendly Justice” dei tribunali che si possa immaginare e realizzare, infatti, sarà sempre la conseguenza – anche se la migliore possibile – della rinuncia di quei due genitori a decidere insieme per il benessere dei figli delegando tale fondamentale compito a terzi.           

Carla Marcucci

Il perché della psicologa esperta dell’età evolutiva

Ci sono molti modi per parlare di separazione.

Possiamo affrontare l’argomento utilizzando i campi professionali specifici: giuridico, psicologico, economico oppure possiamo avvalerci di un metodo narrativo, che raffiguri i vari aspetti di vita legati alla separazione.

Leggere il racconto permette al lettore, a differenza dei predetti approcci, di fare un’esperienza principalmente emotiva. Si può, infatti, decidere di scrivere un racconto in modo “aperto”, tale da non bloccare un potenziale sviluppo narrativo, lasciando disponibili al lettore molte possibilità di arricchimento della storia. Chi legge può, a questo punto, immedesimarsi od associare situazioni, ricordi, desideri.

Abbiamo optato per questo metodo narrativo nell’intento di stimolare e promuovere la capacità evocativa e la “rêverie” nelle situazioni di separazione che coinvolgono i figli.  Lo abbiamo scelto anche perché esso è in sintonia con la Pratica Collaborativa nelle situazioni di separazione, la Pratica si avvale di un metodo procedurale ben codificato e definito, ma che lascia lo spazio alla capacità creativa dei soggetti interessati, alla ricerca libera di nuove idee e di soluzioni diverse sia da parte dei Professionisti che dei genitori nella fase di separazione.

I minori, specialmente negli ultimi anni, sono sempre maggiormente considerati parti attivamente coinvolte nelle separazioni. Difficilmente, però, viene data voce alle loro esigenze e ai loro interessi profondi che spesso trovano espressione anche nelle piccole aree e consuetudini della vita quotidiana. Nei brevi racconti, quasi in forma di “flash”, contenuti nel saggio si cerca di dare proprio rilievo a questi aspetti che fanno parte della vita dei figli. Ovviamente ne vengono evocati solo alcuni, lasciando libero il lettore di immaginarne molti altri, osservati direttamente o richiamati nei ricordi. Per questi motivi si è evitato di fare stretti riferimenti a teorie psicologiche.

Come Psicoterapeuta esperta anche dell’età evolutiva, considero molto importante l’attenzione ai figli nei processi di separazione. Deve trattarsi di un’attenzione che si rivolga non solo agli aspetti più ufficiali ed evidenti (modalità di visite, aspetti economici, etc.) ma che preveda anche la sensibilità verso le aree più nascoste e fragili, che possono apparire secondarie (i luoghi del gioco, del ricordo del gruppo familiare), in cui si annida la percezione da parte dei figli della continuità dei legami familiari originari.

Le separazioni rappresentano per i figli un grande momento di cambiamento e di trasformazione della famiglia  su cui pesa per i figli il fantasma e la paura della rottura dei legami. È quindi importante che i Professionisti, che operano nel campo delle separazioni, si attivino nel cercare  con le Parti le soluzioni più collaborative per la cura e l’educazione dei figli, proteggendo per loro la possibilità di continuità del legame familiare, originariamente vissuto. 

Questo punto è un fulcro centrale della Pratica Collaborativa e un impegno fondamentale dei Professionisti Collaborativi. I figli rappresentano per i genitori un interesse centrale e i genitori sono per i figli la base di partenza e la protezione che rendono loro possibile la crescita e l’ evoluzione come individui.

Gli interventi di Psicoterapia in età evolutiva prevedono, infatti, sempre più frequentemente “settings” di lavoro comprendenti colloqui sia congiunti che disgiunti con genitori e figli, nell’ottica del sostegno e della trasformazione del legame affettivo familiare. Vengono utilizzati alcuni metodi di intervento, codificati e valutati nel tempo, quali il metodo della “Consultazione Partecipata” che è molto usato anche nelle separazioni gravemente conflittuali.

Desidero sottolineare che il metodo della Pratica Collaborativa è, tra le forme della mediazione, l’unica che metta a disposizione dei soggetti interessati un gruppo di lavoro multidisciplinare di Professionisti che possiedono, ciascuno nel suo ambito, gli strumenti per risolvere i vari aspetti del conflitto, e per contenere e trasformare le sofferenze affettive, psicologiche delle Parti e dei figli, quando sono coinvolti. In particolare, la presenza nel team di lavoro dello Psicoterapeuta dell’età evolutiva, permette di poter ascoltare i ragazzi, se necessario, e di leggere e comprendere i comportamenti dei figli, descritti dai genitori, come stati mentali appartenenti alle età evolutive diverse, legati ai processi mentali e relazionali.

Monica Tomagnini

Categoria: Articoli di approfondimento, In evidenzaTag: ADR, AIADC, figli, negoziazione, praticacollaborativa, separazione

Autori

  • Marcucci Carla
    Marcucci Carla

    Sono un avvocato con quaranta anni di esperienza ed esercito la professione esclusivamente nel settore del diritto delle persone, delle relazioni familiari e minorile. Sin dall’inizio della professione ho molto creduto nelle modalità non contenziose di risoluzione dei conflitti a cominciare dalla mediazione familiare alla quale mi sono formata dai primi anni ‘90. Dal 2010 sono formata anche alla Pratica Collaborativa e da allora sono particolarmente impegnata nella promozione e diffusione in Italia di questo nuovo metodo di risoluzione dei conflitti nell’ambito dell’attività svolta all’interno dell’AIADC Associazione Italiana Professionisti Collaborativi di cui sono socia fondatrice, Past President e formatrice dopo esserne stata presidente nel biennio 2016/2018. Sono co-autrice del primo manuale pubblicato in Italia sulla Pratica Collaborativa dal titolo "La Pratica Collaborativa -Dialogo fra teoria e prassi" a cura di Marco Sala e Cristina Menichino, Torino, 2017 e del libro "La Pratica Collaborativa raccontata dai figli. Un metodo per separarsi a loro misura", Pacini Editore 2024. Dal 2010 sono socia dell’International Academy of Collaborative Professionals (IACP), ho partecipato alle sue commissioni di lavoro, alle sue conferenze internazionali a cadenza annuale ed alcuni miei articoli sono stati pubblicati sulla rivista dell’IACP The Collaborative Review. Mi sono formata alla negoziazione basata sugli interessi frequentando i corsi organizzati dal Program on Negotiation (PON) dell’Harvard Law School a Cambridge USA, a Milano (PON Milan), online (ad esempio, Getting to Yes with William Ury’s BB3 Strategy PONx program , One-Day Expert Programs) oltre che frequentando in Italia, all’estero ed online altri corsi tenuti da professori dell’Harvard Law School (fra gli altri, Gary Friedman, Joshua Weiss, David Hoffman). Ho tradotto in italiano il libro "Trouble at the Watering Hole- The Adventures of Emo and Chickie" di Gregg F. Relyea e Joshua N. Weiss pubblicato nel 2021 con il titolo "Piccoli negoziatori crescono", un racconto, corredato da guida per genitori ed insegnanti, per educare i bambini ad un approccio problem solving. Sono stata componente del Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori (AIAF) dalla costituzione dell’associazione, avvenuta nel 1993 sino all’aprile 2019. Sono stata Presidente dell'AIAF Toscana dal 1993 all'aprile 2004 nonché componente del suo Consiglio Direttivo sino all'aprile 2014. Sono stata componente del Comitato Scientifico dell’Alta Scuola di Formazione dell’AIAF, con sede principale in Milano e varie sedi distaccate in Italia, dalla costituzione al febbraio 2020 nonché componente del corpo docenti. Nella mia lunga vita professionale ho sviluppato specifiche competenze ed esperienza nella gestione delle controversie familiari, sia in via negoziale che contenziosa, implicanti complesse questioni di carattere economico/patrimoniale, impegnativi problemi relativi al regime di affidamento, domiciliazione e frequentazione dei figli (ad esempio, casi di alienazione genitoriale, trasferimento di un genitore all’estero con richiesta di condurre con sé i figli, problemi di attuazione nella frequentazione di uno dei genitori e molti altri ancora). Mi sono molto occupata di rappresentanza e difesa delle persone minorenni, sia da un punto di vista pratico che teorico (curatore speciale, tutore e avvocato del minore). Sono una convinta sostenitrice della funzione sociale dell’avvocatura e sento fortissima la passione per questa professione che esercito, prima ancora che come un lavoro, come impegno prioritario nella vita. Per maggiori informazioni sul mio percorso formativo e professionale e su come lavoro rinvio al mio sito web carlamarcuccifamilylaw.it.

  • Monica Tomagnini
    Monica Tomagnini

    Sono psicologa, psicoterapeuta esperta in età evolutiva, in consultazioni familiari e nella conduzione di gruppi terapeutici di lavoro ed esperenziali. Socia fondatrice dell’Associazione Dina Vallino con sede a Milano, socia del Centro di Ricerche psicoanalitiche di gruppo - CRPG-, Consulente del Tribunale di Lucca. Conduco gruppi di supervisione con colleghe, effettuo seminari e lezioni per alcune Università e corsi di formazione, in psicologia e psicoterapia; da alcuni anni sono direttore scientifico di un corso di formazione riconosciuto dal Ministero della Sanità. Ho scritto un saggio che è stato adottato tra i testi di un corso universitario, vari articoli e interventi a conferenze. Formata alla pratica collaborativa ho lavorato in team collaborativi come facilitatrice in casi di separazione gestiti con tali metodo. Per il 2020 sono coordinatrice, insieme ad un avvocato e ad un commercialista, del Practice Group toscano dell'AIADC.

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