Solo perchè si chiamano professionisti collaborativi?
No certo! Avvocati, mediatori e commercialisti collaborativi si occupano in genere di famiglie che si stanno separando, che sono in conflitto e fanno fatica a trovare un accordo. La Pratica Collaborativa ha sviluppato un metodo che permette ad un team di professionisti di costruire un ambiente in cui si possono trovare con più facilità accordi sostenibili!
Ecco la parola chiave: accordi sostenibili. In una famiglia la separazione ed il divorzio costituiscono un momento di passaggio e di cambiamento delle relazioni, ma le relazioni rimangono e devono trovare buone regole su cui concordare il nuovo modo di vivere. Gli accordi sostenibili sono fondamentali per proseguire con serenità il cammino.
I professionisti collaborativi sanno bene che una logica vincitori/vinti non è mai soddisfacente per mantenere una relazione, seppure molto più a distanza di prima della separazione. Chi vince non è mai al sicuro dal rancore di chi perde e chi vince sulla madre o sul padre dei propri figli sa che la cosa sarà dura per tutti.
Chi perde non riesce a ritrovare serenità e continuerà a combattere perché la posizione che mantiene e per cui lotta in realtà cela dei bisogni veri e importanti, che fanno fatica ad emergere in un clima di “guerra”.
La professionalità specifica degli avvocati collaborativi fa sì che nei loro studi ci sia il “clima” giusto, affinché i bisogni reali e forti, che le persone hanno, possano emergere nella trasparenza, impossibile in uno studio in cui ci si prepara invece ad andare in tribunale per vincere.
Gli avvocati insieme al facilitatore e al commercialista forniscono gli strumenti necessari perché le coppie possano trovare un accordo equo e sostenibile per lungo tempo.
L’esperienza dei professionisti collaborativi dice che gli accordi presi in questo modo sono soddisfacenti per tutti, la metodologia di lavoro utilizzata nel percorso per trovare gli accordi resta in eredità ai partecipanti che poi autonomamente andranno avanti ad accordarsi di situazione in situazione man mano che il tempo trascorre.
Allora perché non “contaminare” anche l’ambiente dell’abitare con questa metodologia-filosofia? Tutti sappiamo che tra condomini non c’è sempre pace e collaborazione, infatti i condomini in cui si collabora ed in cui si fanno attività comuni sono un oggetto di desiderio, di studio e su di essi si fanno laboratori e formazione per ottenere un modo di vivere comune che dia benessere.
Ma sappiamo anche che non è così semplice andare d’accordo, anche quando le regole sono chiare e condivise. Cambiare casa perché si litiga e non ci si saluta da un piano con l’altro, e la vita diventa davvero complessa, non è così semplice. Anche quando grazie al regolamento condominiale o all’avvocato ottengo ragione sul mio vicino, otterrò anche il suo perpetuo rancore, e magari anche qualche dispetto….
Perchè allora non applicare la Pratica Collaborativa anche alle controversie condominiali? Tutto sommato il vicino di casa non ce lo siamo sposato ma, a meno che non se ne vada, la relazione con lui in qualche modo deve continuare… Meglio che continui bene no?!
Così abbiamo partecipato a EXPERIMENTDAYS per far sapere al mondo collaborativo di HOUSING LAB che ci siamo anche noi, che vogliamo metterci a fare del nostro meglio per dare un contributo, non visibile con gli occhi, ma che si sente con il cuore, e per offrire un nuovo modo di ragionare e gestire il conflitto, che contribuirà ad aumentare il benessere nella nostra società.