La nostra associazione AIADC – Associazione Italiana Professionisti Collaborativi, ha partecipato il 22 settembre ad un convegno nel quale sono stati illustrati i differenti strumenti di risoluzione delle controversie (mediazione, arbitrato, negoziazione e Pratica Collaborativa, noti anche come ADR) ma, soprattutto, sono stati realizzati dei laboratori pomeridiani per illustrare, attraverso un caso simulato con la presenza di due attrici professioniste, le differenti metodologie e gli strumenti utilizzati dai professionisti che le praticano.
Credo sia stata una grande occasione poter dimostrare a tanti colleghi presenti – il convegno è durato tutto il giorno e pochi si sono allontanati prima della fine – cosa sono e come debbano essere intese le ADR, quali tecniche siano sottese alla messa in pratica delle stesse ma, soprattutto, per la nostra associazione, poter far vedere cosa sia la Pratica Collaborativa e quali le differenze rispetto alle altre ADR.
Soluzioni tutte ugualmente valide e che tutti i professionisti che si occupano della “crisi” della famiglia, ma non solo, devono conoscere per poterle consigliare ai clienti a seconda della situazione in cui si trovano.
Come professionisti impegnati da sempre a definire i conflitti fuori dall’ambito giudiziario, poiché abbiamo imparato che le soluzioni migliori sono quelle concordate tra le parti, siamo molto felici di vedere come l’avvocatura si stia avvicinando a questi metodi e, soprattutto, che ci si renda sempre più conto del bisogno dei clienti di poter mantenere le relazioni, soprattutto laddove vi siano dei figli. E per poter mantenere le relazioni è necessario trovare accordi che siano il risultato di un percorso condiviso, e non certo alimentare il conflitto scontrandosi con reciproche pretese rimettendo ad un terzo la decisione.
Il Giudice dovrebbe potersi occupare solo di quei casi, per esempio ove vi siano patologie, violenze o risentimenti molto forti, nei quali non è possibile uno di questi percorsi alternativi che consentono alle parti di individuare i rispettivi interessi abbandonando l’ottica antagonistica e le proprie posizioni e, quindi, di riappropriarsi della capacità di decidere della propria vita.
La Pratica Collaborativa propone alle coppie di lavorare affiancati da un team di professionisti che li aiuta ad affrontare tutti gli aspetti della crisi familiare siano essi giuridici, psicologici, relazionali, emotivi ed economici. L’approccio multidisciplinare ed il lavoro di squadra tipici della Pratica Collaborativa consentono l’integrazione delle competenze proprie dell’avvocato che ognuna delle parti avrà comunque al suo fianco.
Insomma l’entusiasmo, già molto forte in tutti noi professionisti collaborativi, dopo la partecipazione a questo convegno, ed il riscontro ricevuto, è sempre più consolidato tanto che, tra le tante altre iniziative che l’associazione sta realizzando, presto saremo di nuovo in “scena” per un’altra simulazione.
Per chi fosse interessato ad approfondire la Pratica Collaborativa, AIADC – Associazione Italiana Professionisti Collaborativi sarà presente con un suo stand il 7 e l’8 novembre allo Spazio Ex Ansaldo, Via Borgognone n. 34 a Experimentdays – La fiera dell’abitare collaborativo.