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C’era una volta la famiglia…

Home - Articoli di approfondimento - C’era una volta la famiglia…

16 Maggio 2016 by Marcucci Carla
Copertina generica degli articoli pratica collaborativa

L’11 maggio, con l’approvazione del Ddl Cirinnà, la costellazione delle famiglie italiane si è arricchita di ulteriori forme – le unioni civili fra persone dello stesso sesso e le convivenze, sia fra persone dello stesso sesso che di sesso diverso – che vanno ad arricchire quelle già esistenti disegnando nel complesso un variegato insieme in cui si declinano le relazioni affettive e familiari.

Oggi, dunque, non possiamo davvero più parlare di un modello di famiglia perché è il diritto stesso a riconoscere l’emersione del fenomeno sociale di molti modi di fare famiglia e ad attribuire loro rilevanza giuridica.

Il riconoscimento di diritti porta con sé, inevitabilmente, il possibile emergere di conflitti per la loro tutela.

Dobbiamo allora chiederci se i conflitti relativi ad una varietà così numerosa e differenziata di famiglie possano trovare la loro migliore risoluzione attraverso la delega della decisione ad un terzo e, quindi, sotto forma di tutela da parte di un giudice piuttosto che attraverso il riconoscimento reciproco basato sul consenso delle stesse persone in lite.

La modernità di una società non si misura soltanto sull’avvenuto riconoscimento di fenomeni sociali, quali quello di nuove forme di famiglia, ma anche sull’impegno ad individuare appropriati metodi di risoluzione dei conflitti che le attraversano e a favorire il necessario cambiamento culturale.

Non possiamo continuare a pensare al divorzio all’italiana degli anni 70, regolamentato quando esisteva un unico modello familiare, per gestire la fine di una relazione affettiva in un panorama completamente cambiato, dove i modelli di famiglia sono molti.

E, poi, un certo tipo di risoluzione dei conflitti – quella delegata al terzo che li risolve applicando una normativa standard – si pone in aperta contraddizione con ciò che è alla base della esistenza stessa della varietà dei modelli familiari.

La diversità, l’autodeterminazione, l’autoregolamentazione sono elementi fondanti la scelta di non lasciarsi assorbire ed inquadrare in un unico modello.

Il criterio che ha orientato la coppia nel momento della formazione dovrebbe rimanere valido anche per l’eventuale fase della disgregazione del rapporto, per ovviare alla dissonanza che, altrimenti, si creerebbe e risulterebbe stridente.

In quest’ottica assume sempre maggior importanza, insieme alle altre ADR, la Pratica Collaborativa poiché, sia come filosofia che come metodo, rappresenta la modalità di risoluzione delle controversie adeguata per affrontare la complessità della società moderna.

Con la valorizzazione della autodeterminazione delle persone e la creazione di soluzioni tagliate “su misura”, che la caratterizzano, la Pratica Collaborativa è una modalità che restituisce ai diretti interessati la soluzione dei loro conflitti, consentendo così un grado di specificità della soluzione che nessun terzo, per quanto illuminato, potrebbe mai garantire.

Categoria: Articoli di approfondimentoTag: Legge, Metodi di separazione, Principi

About Marcucci Carla

Sono un avvocato con oltre trentacinque anni di esperienza ed esercito la professione esclusivamente nel settore del diritto delle persone, delle relazioni familiari e minorile.
Sin dall’inizio della professione ho molto creduto nelle modalità non contenziose di risoluzione dei conflitti a cominciare dalla mediazione familiare alla quale mi sono formata dai primi anni ‘90.
Dal 2010 sono formata anche alla Pratica Collaborativa e da allora sono particolarmente impegnata nella promozione e diffusione in Italia di questo nuovo metodo di risoluzione dei conflitti nell’ambito dell’attività svolta all’interno dell’AIADC Associazione Italiana Professionisti Collaborativi di cui sono socia fondatrice, Past President e formatrice dopo esserne stata presidente nel biennio 2016/2018.. Sono co-autrice del primo manuale pubblicato in Italia sulla Pratica Collaborativa dal titolo La Pratica Collaborativa -Dialogo fra teoria e prassi a cura di Marco Sala e Cristina Menichino, Torino, 2017.
Dal 2010 sono socia dell’International Academy of Collaborative Professionals (IACP), ho partecipato alle sue commissioni di lavoro, alle sue conferenze internazionali a cadenza annuale ed alcuni miei articoli sono stati pubblicati sulla rivista dell’IACP The Collaborative Review. Mi sono formata alla negoziazione basata sugli interessi frequentando i corsi organizzati dal Program on Negotiation (PON) dell’Harvard Law School a Cambridge USA, a Milano (PON Milan), online (ad esempio, Getting to Yes with William Ury’s BB3 Strategy PONx program , One-Day Expert Programs) oltre che frequentando in Italia, all’estero ed online altri corsi tenuti da professori dell’Harvard Law School (fra gli altri, Gary Friedman, Joshua Weiss, David Hoffman).
Sono stata componente del Consiglio Direttivo Nazionale dell’Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori (AIAF) dalla costituzione dell’associazione, avvenuta nel 1993 sino all’aprile 2019.
Sono stata Presidente dell’AIAF Toscana dal 1993 all’aprile 2004 nonché componente del suo Consiglio Direttivo sino all’aprile 2014. Sono stata componente del Comitato Scientifico dell’Alta Scuola di Formazione dell’AIAF, con sede principale in Milano e varie sedi distaccate in Italia, dalla costituzione al febbraio 2020 nonché componente del corpo docenti.
Nella mia lunga vita professionale ho sviluppato specifiche competenze ed esperienza nella gestione delle controversie familiari, sia in via negoziale che contenziosa, implicanti complesse questioni di carattere economico/patrimoniale, impegnativi problemi relativi al regime di affidamento, domiciliazione e frequentazione dei figli (ad esempio, casi di alienazione genitoriale, trasferimento di un genitore all’estero con richiesta di condurre con sé i figli, problemi di attuazione nella frequentazione di uno dei genitori e molti altri ancora).
Mi sono molto occupata di rappresentanza e difesa delle persone minorenni, sia da un punto di vista pratico che teorico (curatore speciale, tutore e avvocato del minore).
Sono una convinta sostenitrice della funzione sociale dell’avvocatura e sento fortissima la passione per questa professione che esercito, prima ancora che come un lavoro, come impegno prioritario nella vita.
Per maggiori informazioni sul mio percorso formativo e professionale e su come lavoro rinvio al mio sito web carlamarcuccifamilylaw.it.

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